martedì 16 settembre 2008

Bleeding in the moonlight


A volte mi sembra di camminare scalzo, al buio, su un pavimento coperto di cocci di bottiglia, in una stanza chiusa e maleodorante.
Ci metto tutta l'attenzione possibile ma, inevitabilmente, riesco solo a farmi molto male.
Allora mi siedo in un angolo e, sempre nell'ombra, mi soffermo a decidere se mettermi a piangere per il dolore oppure incazzarmi con quello che ha fatto quel casino.
Di solito finisce che rimango rannicchiato nel mio angolino a sanguinare in silenzio.
Questa volta però l'ho spinto sui vetri illudendomi che servisse a qualcosa.
Anche se si è tagliato come me, temo che tra breve lascerà di nuovo dietro di sè i pericolosi resti del suo passaggio ed io continuerò a ferirmi.
Comunque per ora mi fa compagnia: immobile, in piedi, invisibile.
Così lo guardo (o meglio, lo immagino) e scoppio in lacrime.
Forse la bottiglia gli è solo caduta e non voleva farmi del male ma comunque io non riesco più a camminare.
Siamo bloccati nelle tenebre, l'interruttore è troppo distante.
Mi restano soltanto i raggi di luna che filtrano attraverso le crepe delle finestre sprangate.
Ma io l'accenderò quella fottuta luce, con o senza il suo aiuto.
...Continua?