lunedì 19 ottobre 2009

Ore 2.02 (e 14 secondi)


Noi anime inquiete viviamo nella delusione dell'illusione.
E' come cercare di ingabbiare una belva indomabile. Come voler chiudere il vento in un barattolo.
Costretti qui, in questi pochi ripetitivi chilometri. Incasellati in schemi che ci soffocano senza manifestare alcun senso apparente.
Quando ci sarà dato di guardare più lontano? Quando avremo il coraggio di rompere il vetro che ci separa dalla libertà che tanto ci sta a cuore?
Dipende solo dalla nostra volontà oppure c'è dell'altro?
Fino a che punto le nostre nobili intenzioni saranno capaci di spingerci, prima di sbattere la faccia contro il muro della realtà così stantia che ogni giorno ci tocca affrontare?
Più mi sforzo di capire, di prevedere e di pianificare, e più, nella nebbia dei miei vaneggiamenti, si fanno limpide altre miriadi di domande.
Le risposte si sono perse o non sono mai state formulate.
La situazione è questa: le possibilità infinite; le scelte reali troppo poche.
E' solo una lucida farneticazione. Lo stralcio di un diario di viaggio che attende fremente di essere scritto.
"Tra vent'anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle
che hai fatto. Quindi liberati e salpa dal porto sicuro. Cattura gli alisei nelle tue
vele.
Esplora. Sogna. Scopri".
...Continua?

sabato 10 ottobre 2009

Riflessi d'ottobre


Finalmente ha piovuto.
Non ci speravo quasi più. Quest'estate prolungata stava iniziando a darmi sui nervi.
La gente che si accalcava, sudata, i tram pieni zeppi di persone irritate ed irritanti. Come fosse agosto, mentre sullo schermo del cellulare leggi "ottobre" e ti chiedi se non si sia per caso inceppato qualcosa, se l'addetto al cambio delle stagioni magari, questa volta, si sia dimenticato di girare la manopola del termostato...
Ho aperto l'armadio e la giacca di velluto marrone mi ha guardato ammiccante. Le ho sorriso e poi l'ho tirata giu dall'appendiabiti. Me la sono infalata ansiosamente sopra il pigiama ed ho spalancato la finestra.
In estasi ho sporto la testa fuori.
Gli alberi per fortuna non si sono fatti sorprendere. Al primo cenno di calo della temperatura hanno iniziato a cambiarsi i vestiti. Adesso si pavoneggiano con loro chiome accese, sgargianti. Sembra un incendio di colori.
Nell'aria c'è quell'odore di umido, di funghi, di foglie e sterpaglie bruciate, forse quasi di caldarroste. Qualche cane abbaia non so a che cosa, il sole si nasconde pallido dietro le nuvole d'avorio.
Sono felice. E' di nuovo autunno.
...Continua?