sabato 10 luglio 2010

Abbatti un albero, costruisci la nave


Il viaggio è cosa strana.È sogno, sentimento e poesia fino a che non viene il momento di partire. Poi ci piomba addosso con la sua straordinaria potenza, con tutta l'ansia che è capace di generare e, se non teniamo bene a mente le nostre motivazioni, in un attimo può fare paura, pietrificarci.
Credo che l'avventura, la scoperta, la conoscenza dell'impensbile bastino per mettersi sulla strada. Quello per cui non sono sufficienti è il raggiungimento della meta.
Serve un percorso che sia prima di tutto intimo, che parta dall'isolamento dei desideri per arrivare alla loro ricerca. E bisogna fare in modo di piegare gli eventi tutte le volte che si può, senza lasciare che il fiume ci porti alla deriva.
Credo, insomma, che sia bene osare prima e pensare poi, se si vuole andare da qualche parte (si tratti di chilometri, di inchiostro su una pagina o d'altro).
L'errore è nostro, fortunatamente. L'inedia uccide molto più dell'azione sbagliata. Al tentavivo fallimentare segue una lezione, spesso la rivalsa. Al nulla segue il nulla.
Ciò che più conta è la curiosità, l'esplorazione. Il divenire. E non si può aspirare ad un cambiamento vero senza voler rischiare qualcosa, anche tra quel che abbiamo di maggiormente caro e prezioso, tra quei punti di riferimento confusi con dogmi da cui spesso ci lasciamo dominare compiacenti.
Quindi in questo modo, a ben guardare, che cos'è il viaggio se non una semplice scommessa?
Io, se la posta in gioco è così alta, non posso fare a meno di puntare ancora.
...Continua?