Notti senza sonno e di seguito giorni offuscati. Senza nulla da dire in particolare e dunque perché scrivere?
Perché no?
Mi affanno nel trovare risposte che non esistono a domande mal poste.
La realtà è invece che la sola risposta può forse essere il fato. Il che è di per sé un paradosso, se ci si pensa un momento. Come può infatti il destino, per sua natura imprevedibile, essere fonte di una qualunque indicazione?
Dando poi per scontato che nel destino si voglia credere.
Io, ad esempio, sono molto fatalista e penso fermamente (e fieramente anche) che non possiamo discostarci più di tanto dai solchi, binari, entro i quali corriamo.
La cosa può, in prima battuta, risultare molto avvilente; certo che non essere padroni delle proprie scelte e delle loro conseguenze, dunque non poter decidere della propria vita, non è il massimo.
Questa condizione ci accomunerebbe alle foglie d'autunno sbattute qua e là nel vento gelido o al massimo a delle cavie in balia della volontà di un qualche sperimentatore.
Però io credo fortemente nel butterfly effect come in una forza che ci sfugge, capace di governare tutte le cose.
Penso che purtroppo non siamo noi a decidere.
Infatti se è sicuro che tirando una martellata abbastanza potente contro una finestra possiamo romperne il vetro, allo stesso modo non possiamo prevedere quali saranno le conseguenze di questo nostro gesto ma solo ipotizzarle.
Potremmo tagliarci una mano con le schegge, uccidere un passante nella strada sottostante con un grosso pezzo di vetro appuntito o semplicemente dover far riparare la finestra.
Certo possiamo evitare di rompere il vetro.
Ma poniamo, per assurdo, di essere chiusi in una stanza dalla quale non possiamo uscire, dove c'è una fuga di gas costante e potente; la sola finestra a nostra disposizione, la salvezza, è bloccata e impossibile da aprire. Però abbiamo il nostro martello ed il nostro vetro.
Certo possiamo decidere, anche in questo caso. Decidere di non fare niente per evitare ciò che seguirebbe la rottura e morire asfissiati dentro la stanza. Rompere il vetro o morire.
Ma quali conseguenze deriverebbero allora dalla nostra morte? Potrebbe ad esempio esplodere l'intero edificio per il nostro mancato intervento e così potremmo aver causato la morte di più persone ignare di tutto. Ancora punti oscuri, lontani dalla nostra pianificazione.
Io romperei decisamente il vetro tornando, appunto, a non poter prevedere gli esiti della mia martellata ma comunque continuando a vivere e a far vivere (ma questo, ovviamente, è solo un punto di vista, una scelta).
Quindi il nostro mondo è imperfetto e non ci possiamo fare proprio niente.
Potrebbe forse una benevola entità superiore e perfetta permettere queste incongruenze nell'uomo e nelle cose umane? O bisogna sempre accontentarsi del libero arbitrio come risposta?
Dunque se non siamo noi e non è neanche Giove, è o no il caos puro, semplice ed ineluttabile?
Perciò sono giunto alla mia personalissima conclusione che spesso sia meglio, molto meglio, evitare di agitarsi, dannarsi, per tutto quello che non meriti realmente la propria apprensione (davvero pochissime buone cose) perché tanto tutto il resto ci sfuggirebbe di mano comunque.
Non si tratta di un inno al lassismo e non credo nemmeno di cercare una giustificazione alla mia pigrizia patologica. Dico solo “take it easy”, tutte le volte che è possibile.
Non è pessimismo ma solo una constatazione.
Se mi guardo alle spalle, le scelte che ho reputato sicuramente giuste in un particolare momento, mi hanno spesso portato un sacco di sofferenza o ad altre scelte corrette solo in apparenza.
Al contrario, le vie sbagliate, quelle sconsigliate da tutti, hanno finito per condurmi alle gioie più grandi ed alle persone migliori.
Dunque, concretamente, cosa possiamo determinare nelle cose che facciamo? Quando possiamo dirci preventivamente sicuri e certi che da A derivi B, senza possibilità di errore?
La vita è così aspra, così velenosa e cattiva certe volte, che ho deciso di correre meno ed osservare di più. Magari riesco ad evitare di dover rompere troppe finestre.
...Continua?