Il medico
Il medico è quello che non sbaglia mai un colpo. E' quello calmo quando il mondo attorno è agitato. Quello che quando lo starter spara in aria per dare il via alla gara è già in vantaggio perchè vede il traguardo e tutti gli ostacoli sul percorso.
Il medico è quello che quando inizia una cosa la porta sempre a termine senza cedimenti.
Non ha dubbi e se li ha è capace di sedarli quel tanto che basta per scavalcarli e continuare a galoppare: “Il dubbio non esiste e se non esiste non può costituire un ostacolo. Il mondo non mi aspetta. Io devo correre”.
Il medico non ha mai paura perchè non sa cosa la paura sia. Egli è sicuro dei suoi mezzi e basta a se stesso. Sempre.
Così come non concede spazio al dubbio il medico non contempla l'errore come possibilità della propria natura. Perchè se sbaglio esiste, sarà certamente un prodotto del mondo circostante. Il mondo che ha paura.
Così il medico tira dritto senza rallentare e senza voltarsi mai.
Per mantenere questo ritmo il medico s'impegna seguendo il metronomo che è la strana gerarchia delle sue priorità. Al vertice sta la necessità di arrivare. Dove non è dato saperlo.
Il modo è mettere sempre più strada tra sè e la partenza. Questo vale qualunque sacrificio. Le vittime fatte durante il tragitto sono accidentali, collaterali. Il medico non sbaglia dunque non ha senso di colpa. La volontà non c'entra. Si tratta di motivazione, di ambizione.
Se il medico incontra un altro medico non rallenta per guardarlo ma lo segue con la coda dell'occhio mentre lo sorpassa. Questo gli è sufficiente per stabilire di essere migliore dell'altro.
Quando è proprio indispensabile il medico va a dormire ma si sente in colpa per il tempo che sta sprecando. Se non avesse un corpo fisico, se fosse solo una macchina infaticabile, allora si che sarebbe davvero perfetto.
Il medico comunque non sogna ma pianifica la prossima giornata. Quando si sveglia sa già che direzione imboccare, correndo un po' di più per recuperare il tempo perso.
Ad ogni passo il medico consolida il suo posto in società. E' amato e ammirato dalla comunità. Quando passa, gli applausi compiacenti della folla lo caricano di insana energia.
Quando il suo corpo è consumato il medico raramente se ne accorge. Le sue membra sono stufe di correre e lui non ha ancora raggiunto il traguardo. Si trova incredulo a dover rallentare.
La vergogna diventa enorme quando la folla smette di applaudire.
Per la prima volta prova l'infelicità in maniera consapevole. Così, guardandosi allo specchio, si convince di non aver fatto niente di utile.
Affranto si gira, per la prima volta, in cerca delle sue orme; la partenza non si vede, è vero. Ma non si vede nemmeno altro. Tutto ciò che il medico si è lasciato alle spalle è una strada vuota eppure in disordine.
Nella sua testa tutto si fa limpido, agghiacciante.
Nel suo cuore... Non ha cuore. Non c'è stato tempo, bisognava correre.
Il mollusco
Il mollusco non ha certezze.
Egli sa quel che gli altri gli dicono ma non ci crede poi tanto.
Il mollusco è divorato dai dubbi e dalle paure. Il mollusco fatica ad avere fiducia nei suoi mezzi, figurarsi nelle altre persone.
Quando lo starter spara il mollusco è già in ritardo e vede le schiene degli altri che si allontanano. Egli non corre, arranca. E arrancherà per la sua intera esistenza.
Il mollusco ci pensa mille volte prima di fare qualcosa. Ha sempre paura di farsi del male o di farne a qualcun altro.
In realtà il mollusco non fa mai del male a nessuno ma anzi, spesso prende un sacco di botte senza sapere il perchè.
Il mollusco dorme molto e sogna anche di più. Spesso chiude gli occhi per fuggire da quel mondo che lo spaventa troppo.
I sogni servono al mollusco per stabilire le sue mete. Non che abbia un traguardo prefissato, per carità, però vorrebbe andare lontano anche lui, nel suo piccolo.
Al risveglio il mollusco è confuso e spesso sbaglia strada. Quando imbocca la via giusta è facile che cambi idea, torni indietro e si metta su una strada nuova, che gli sembra più adatta, non migliore.
Il mollusco non ha prestigio in società; quando passa la gente mugugna oppure lo ignora.
Quando il mollusco incontra un altro mollusco lo guarda a lungo, incantandosi. Poi risolve di essere inferiore. Il mollusco non prova invidia ma ammirazione.
Alcune volte però capita che il mollusco ne trovi un altro affine a lui. Allora si uniscono ed iniziano a sognare insieme.
Quando due molluschi si uniscono non è che smettano di arrancare. Solo iniziano a farlo insieme e pian piano hanno meno paura, diventano meno dubbiosi.
La meta di uno diventa di entrambi. I due diventano un mollusco solo.
Quando il mollusco non ne può più di arrancare si siede. Non gli dispiace riposarsi un po' perchè sa di avere fatto tanto.
Non ha bisogno di guardarsi indietro. Con le spalle rivolte alla strada fatta guarda fiducioso verso il futuro.
Nella sua testa si fa strada, per la prima volta, l'idea di non essere fatto di ossa.
Nel suo cuore la consapevolezza diventa felicità perchè è certo che non diventerà mai un medico.
...Continua?